GRISÙ

Grisù, Bellinzona, Casagrande, 2007 (version française, 2013: Sans peau, Editions d’en bas)

Samuel ha ventitré anni, è in prigione, ha appiccato sette incendi: gira in tondo nella sua cella e osserva la neve che cade incessantemente, risponde alle domande degli psicologi, degli avvocati. Nel suo passato, un vuoto di parole e le ragioni come un muro bianco. Fuori c’è Carlo che, dopo aver perso tutto in uno degli incendi, inizia a scrivere a Samuel lunghe lettere, vorrebbe capire il suo gesto ma finisce per raccontargli la propria vita, forse intravedendo in lui il figlio che non ha saputo accettare e di cui ora inizia a sentire la mancanza. Mentre il mondo si mostra attraverso le sue catastrofi – eruzioni, cicloni, gli incendi – tra chi brucia e chi è bruciato si instaura un dialogo che, tra silenzi e improvvise accelerazioni, coinvolge il lettore in una struggente riflessione sull’omosessualità, la colpa e il perdono.

Rassegna stampa

Per lo stesso editore, Lepori ha pubblicato tre anni fa un libro di poesie garantito dall’ottimo Fabio Pusterla, Qualunque sia il nome. In Grisù, esordio nella narrativa, esplora con prosa attentissima due solitudini a confronto: un giovane carcerato, Samuel, che viene da una famiglia di pompieri ed è sette volte piromane, l’ultimo incendio provoca una morte e distrugge casa e cose di Carlo, un vedovo che il figlio omosessuale ha abbandonato per le sue incomprensioni. Seguiamo la vita di prigioniero e i pensieri di Samuel che non sembra capire le ragioni del suo agire, e l’introspezione più positiva ed efficace di Carlo attraverso le lettere che scrive a Samuel e a cui il giovane darà risposta solo una volta, alla fine del racconto. Quando Carlo scrive di essersi riconciliato con il figlio, Samuel esprime fantasie suicide: « Non sento il male che ho fatto, ma mi sento male ».Sul fondo di quest’ambiguo rapporto c’è la fascinazione per le catastrofi e la difficoltà di capirsi, accettare, cambiare. La durezza della prima parte si stempera in un sentimentalismo, pur controllato, che toglie mistero e inquietudine. Ma Grisù (il draghetto dei cartoni animati evocato da Samuel) è un esordio molto promettente in mezzo a tanti superflui.

Goffredo Fofi
“Internazionale”
692, 10 maggio 2007

[…] Potrebbe essere ridotto teatralmente, tanto è essenziale e “duplice” in questo scambio di impressioni, sensazioni e ricordi tra un detenuto accusato di sette incendi, e un uomo che ha avuto la casa distrutta proprio a causa di uno questi. Un libro anche di colori essenzialmente lividi. […] Lepori ha scritto un romanzo sfaccettato e sentito, tutto giocato sul duello a distanza, ma anche in questo caso, come per l’incomunicabilità mascherata, una parziale lontananza. Non mi va di rivelare il finale – per carità, Grisù (a proposito, il titolo del libro si riferisce ad un vecchio spot commerciale dove un draghetto pompiere invece di spegnere incendi, li alimentava) non è un poliziesco o un giallo, è solo un breve romanzo con un commiato per certi versi previsto, ma il suo incedere è inevitabile e toccante e consegna alla storia un ricongiungimento di anime commovente e leggero. Con una sensibilità, lungi da me qualsiasi schematicità ambigua, quasi femminile.

Alfredo Ronci
www.paradisodegliorchi.it
giugno 2007

Pierre Lepori crea un romanzo che non ha niente di «spettacolare», che non ha e non vuole usare tinte forti. […] Per Carlo, proprio attraverso il significato che hanno assunto quelle lettere, si aprirà una nuova vita. Mentre per Samuele l’incendiario, non rimarrà altra soluzione che un gesto estremo. Ma perché Samule «giocava» con il fuoco? Il racconto non lo dice esplicitamente e questo è il suo pregio, la sua finezza narrativa. Dentro quel fuoco però c’era un mistero che ha aiutato Carlo a sopravvivere.

Pietro Selva
« Ticino7 »
20 luglio 2007

Poco più di cento pagine, questo Grisù, ma alla fine della lettura restano immagini e storie e personaggi come se si fosse terminato un tomo di  grande mole. Quello che potremmo definire il trucco di Lepori è la scrittura. Il trucco c’è e si vede solo se si torna a pensare a quelle piccole fotografie in movimento, una sorta di Trailers di altre più grandi storie, che l’autore dissemina durante tutta la narrazione. Nei flussi di coscienza di Samuel, così come nelle lettere sempre più verbose di Carlo, ci vengono portati pensieri e immagini di notevole forza evocativa. Non solo per quella sua poesia che qui Lepori riesce a trasformare in prosa, mantenendo la limpidezza e la precisione di termini e ritmi; ma anche perché sparge in gran quantità riferimenti al vissuto e all’immaginario personale e collettivo. Così tiene il lettore con quella canzone che non si può non ricantare in corso di lettura; con quel film di cui non si può fare a meno di visualizzare l’affascinante protagonista, con quel dipinto che quell’unica volta è bastata perché entrasse nella nostra pinacoteca virtuale. Forse ancora più potente è il fumetto, che viene usato come ruota dentata nell’ingranaggio che connette, in modo più o meno contiguo, il livello semplicemente narrativo ai piani più profondi: problemi generazionali, questioni esistenziali. E poi c’è Grisù, quel draghetto-pompiere dei tempi in cui i “cartoni” li chiamavamo ancora disegni animati: si vada a conoscere questo fratello di Calimero, perché è lui che ci apre le porte della mente di Samuel. Perché Samuel, figlio di un vigile del fuoco, è detenuto per incendio doloso plurimo. E quel Carlo che imperterrito gli manda lettere sempre più lunghe, è una vittima della sua piromania: in uno dei devastanti roghi da lui provocati, la casa di Carlo con tutto quel che c’era se n’è andata in fumo, e non solo fisicamente. Così intersecando pensieri che non esondano mai in mera speculazione, con citazioni prudenti riesce a legarci a questa storia, non solo con le catene di una prosa a tratti poetica e di un ritmo leggero, ma anche buttando qua e là, come fosse per caso, frasi che riescono a portarci su una strada di pensiero che scorre anche al di fuori di questa storia. «Te lo dico con una rabbia sorda […] e la rabbia che provavo si sta spellando […] è  come una cipolla […] era una poesia strana, parlava proprio di una cipolla: noi abbiamo dentro viscere furibonde […] la cipolla invece è perfetta […] la cipolla può guardare dentro di sé senza paura.»

Luisa Voltàn
“ Pulp Libri ”
luglio/agosto 2007

(…) Se il riferimento al draghetto Grisù ha qualcosa d’infantile – in un gioco molto accurato di ricordi incrociati, che inspessiscono la narrazione peraltro tradizionale del romanzo – la sua voce stridula cela un doppiofondo e tematizza uno spavento: la battaglia che si gioca tra il razionale Carlo e il fumoso Samuel non è vinta né persa ed è forse questo l’elemento essenziale, portante, di un romanzo languorosamente naturalista come quello di Lepori. Sfrondato da una psicologia a volte invadente (la riconciliazione lacrimosa con il figlio omosessuale di Carlo), Grisù racconta anche il nostro terrore per il male che incombe, la lotta impari con gli elementi (vulcani e tsunami come simboli di una brutalità che tracima). (…) E si conclude, non a caso, con un suicidio disperato.

Matteo Casisi
“Tatzebau”
n.3, ottobre 2007

(…) Invece la perdita quasi totale di ogni riferimento tangibile avvia un miracoloso processo di ricostruzione del tempo passato e non perduto. Anche l’oblò della lavatrice, scampato all’incendio, diventa un reperto, una fonte inesauribile di memoria. E’ come rinascere. Il fuoco distruttore restituisce a Carlo l’anima delle cose, i suoni di ieri, l’intensità dei sentimenti, la forza dei ricordi, il potere degli affetti. Carlo inizia a scrivere lunghe lettere all’artefice della sua rovina e intanto ricompone il puzzle, va a fondo di se stesso, risorge dalle sue stesse ceneri. Riscopre l’amicizia (forse l’amore), recupera vecchi/nuovi oggetti. Con i quali, lentamente, ripopola la sua nuova abitazione. Riallaccia il legame interrotto col figlio, a suo tempo respinto perchè omosessuale. Ma anche Samuel, forse, è gay « … La piromania (…) è legata al sesso, esprime una pulsione profonda, erotica… ». Carlo rinasce, mentre Samuel sembra spegnersi, affondando nel vuoto della sua mente così refrattaria, incapace di rimorsi, parca di ricordi ed emozioni, capace di disperarsi solo nei sogni (in realtà incubi) che lo tormentano nelle lunghe notti silenziose trascorse tra le mura della prigione. Fuori continua a nevicare. Samuel risponde, anche se una sola volta, a Carlo. L’amicizia tra vittima e carnefice , nata sulla morte, muore sul nascere. E non c’è lieto fine…

Gigliola Reboani
www.popolis.it
14 novembre 2007

[…] I due protagonisti dell’importante esordio narrativo del poeta e traduttore Pierre Lepori, che alternano i loro punti di vista in una struttura saldamente ordinata sul susseguirsi dei monologhi del primo e delle lettere del secondo, sembrano in realtà incarnare questi due aspetti dell’uomo senza rimanere tuttavia vittime di schematismi, ma con la complessità introspettiva dovuta a un acuto approfondimento caratteriale. […]Romanzo fortemente evocativo, toccante e dalla scrittura coinvolgente, lirica e allo stesso tempo capace di un dinamismo quasi teatrale, Grisù abbraccia problematiche ampie che aprono diversi livelli di lettura: dalla riflessione sulla natura umana alla paternità e al rapporto intergenerazionale, dall’omosessualità alla complessa tematica della colpa. Le ossessioni di Samuel e le memorie di Carlo invadono la vita del lettore, trascinandolo nella furia indomabile degli elementi.

Giuliana Altamura
www.nokoss.net
8 luglio 2008

Avvocati e psicologi indagano su motivazioni sfuggenti: si formano pallide e svaniscono come i ricordi d’infanzia e i sogni angosciosi che emergono ovattati dalla neve caduta di fuori e dall’umidità che regna all’interno della prigione, nella quale Samuel è rinchiuso in attesa del processo. (…) Alla fine dalle macerie fumanti rinascerà una nuova vita, mentre un’altra perderà il proprio senso. Nel suo esordio narrativo, Pierre Lepori, che è anche apprezzato poeta, esplora temi a lui cari (che ritroviamo nel successivo romanzo «Sessualità», del 2011): la ricerca di sé, l’identità sessuale, il vuoto, la solitudine, l’introspezione, tra attesa e paura, di un uomo che guarda al passato nel tentativo di comprendere e affrontare il futuro.

Sandra Clerc
Readme.cc

Simona Sala, « Azione » 18 settembre 2007

Radio RSI Rete1, Furbo Chi legge, 12 giugno 2007 (intervista di Rossana Maspero)